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Santo Patrono

Santo patrono

STORIA E DEVOZIONE

La devozione degli squinzanesi per San Nicola è antica, forse, quanto la stessa città. Infatti, se anche dovessimo attenerci alle sole testimonianze documentali, necessariamente dovremmo rivolgere lo sguardo indietro, di almeno cinque secoli, da quando cioè la fama del vescovo taumaturgo cominciò a penetrare, tra il 1400 e il 1500, negli animi degli abitanti di quel grande villaggio, quale era diventato il nostro vecchio casale. Tant’è vero che quando si decise di costruire l’attuale chiesa matrice, il pensiero degli squinzanesi di dedicarla al Santo di Myra fu unanime.

Nel 1763 si sentì nuovamente il desiderio di riconfermare, il culto di San Nicola di Bari. Il 15 maggio di quell’anno Don Leonardo Annicchio, già arciprete della Matrice da più di 32 anni, negli ultimi giorni del suo incarico, alla testa del popolo di Squinzano, nella pubblica piazza, riconfermò, con atto notarile stilato dal notaio Saverio Papa, il culto per il Santo Patrono. Nella stessa giornata fu benedetta la nuova statua del Santo, vennero appese nelle mani del simulacro del santo, simbolicamente, le nuove chiavi in argento della città, consegnate su di un vassoio d’argento dal Sindaco dell’epoca Michele Papa, “tra un tripudio di canti e preghiere in gloria e ringraziamento dell’antico Patrono e Protettore”. Con lo stesso atto veniva riconfermata anche la data del 6 dicembre per i festeggiamenti in onore del “gloriosissimo protettore”.

Da quel 15 maggio 1763 la festa del Santo e tutte le altre iniziative devozionali si sono tenute, senza interruzioni, il sei dicembre e nei giorni immediatamente precedenti. Ma ai primi del Novecento le cose cambiarono. Una delegazione di devoti squinzanesi ottenne di poter festeggiare il patrono anche nel periodo estivo. Nonostante il contenzioso apertosi sull’argomento con Trepuzzi, che si opponeva per ovvi motivi economici e commerciali, considerato lo svolgimento della Fiera dell’Assunta il 15 agosto, il Consiglio Comunale di Squinzano, nella seduta del 24 febbraio 1904, all’unanimità di voti, dichiarò istituita nel Comune, a cominciare da quell’anno, la Nuova Fiera di San Nicola, nella seconda domenica di agosto. L’atto ottenne anche il nullaosta del Prefetto di Lecce Carlo Chiaro (Prefetto di Lecce dal 15 agosto 1903 al 1° maggio 1906), al quale il sindaco dell’epoca Cav. Vito Margilio lo aveva trasmesso. Dal 1904 ad oggi i festeggiamenti civili e religiosi, della seconda domenica d’agosto, in onore del Santo Patrono, non hanno mai conosciuto pause. Negli anni ’50 e fino agli anni ‘80 la festa estiva di Squinzano aveva un’appendice che riguardava Casalabate: il lunedì successivo alla seconda domenica di agosto veniva chiusa con i festeggiamenti al mare.

Migliaia erano gli squinzanesi che accorrevano in massa nella marina. Nei primi anni, molti partivano la sera precedente, con i carri trainati dai cavalli. Durante il tragitto notturno si formava un’unica lunga colonna festante. Uomini, donne e bambini cantavano e pregavano durante tutto il percorso. All’arrivo, scelto il posto sulla spiaggia, gli adulti staccavano i cavalli e posizionavano i carri, con le stanghe in alto che diventavano lo scheletro per improvvisare una tenda, per proteggersi dal sole. I più piccoli si tuffavano in acqua, tra gli occhi attenti delle madri, che attendevano all’ombra con il pranzo già pronto portato da casa. Per molti il “Lunedì di San Nicola” era l’unico giorno di vacanza al mare dell’intero anno.

Nel 2012, dopo il passaggio territoriale di Casalabate dal comune di Lecce ai comuni di Squinzano e Trepuzzi, i festeggiamenti estivi, mai interrotti a Squinzano, si sono svolti nella marina. La statua antica però, è stata sempre “risparmiata” per evitare danneggiamenti. Per i festeggiamenti marini è stata infatti utilizzata una nuova statua in cartapesta, realizzata dall’artista di Copertino Mina Natali, anche per la processione per mare. La statua offerta a devozione dallo squinzanese Nicola Maggio, collocata fino a poco tempo fa all’interno dei locali del Circolo Pro feste San Nicola in Piazza Plebiscito, 15, è stata posizionata nella chiesetta di via Squinzano a Casalabate, dedicata al Santo di Myra. Il simulacro fu benedetto nel 2010 dall’arcivescovo squinzanese Mons. Luigi Pezzuto, socio onorario del Circolo, presso la sede dell’Azienda del sig. Nicola Maggio in via Dei Falegnami, nella Zona Artigianale di Squinzano.

La statua di San Nicola, realizzata nel 1763, è conservata, durante tutto l’anno, nella Chiesa di San Giovanni. L’opera scultorea realizzata in cartapesta, da autore ignoto, rappresenta il Santo con le fattezze dell’anziano vescovo, benedicente, con lo sguardo fisso in avanti e le labbra leggermente chiuse. Indossa un camice bianco dai bordi finemente decorati, con stola e piviale fermato al petto da una fibbia dorata, con incastonata ima gemma, e mitra vescovile in capo. Con la mano sinistra regge il libro del Vangelo sul quale sono disposte tre sfere. Al libro è appoggiato il pastorale bicrociato. In basso, a destra, in una tinozza tre fanciulli rievocano il miracolo che gli valse il patronato sui bambini. Nei giorni che precedono la festa, i devoti del Circolo Pro Feste San Nicola, prima della traslazione della statua in chiesa madre, ripetono il rito della vestizione del Santo, insieme ai soci dell’associazione “Portatori di statue” guidata dal presidente Vincenzo Tarantini, costituitasi nel 2015. Un’usanza antica che si svolge in un’atmosfera per certi aspetti familiari e per altri mistica. I fedeli soci “vestono il Santo” con i paramenti sacri: la mitra e stola in stoffa riccamente decorate con pietre preziose e fili d’oro, donata nel 1923 dallo squinzanese Vincenzo Pezzuto. Sostituiscono il libro in cartapesta ed il pastorale in legno con quelli in argento e viene collocato sulla base della statua un portafiori in argento. La statua infine viene posta sull’antica base in legno e viene traslata in Chiesa Madre dove resterà per tutto il periodo della “novena”. Prima della partenza e all’ingresso nella Matrice viene intonato l’antico inno di San Nicola.

Fin dagli inizi del secolo scorso, i soci del Circolo, costituitosi nel 1922, oltre ad adempiere alle disposizioni indicate dallo statuto, onorando e festeggiando il Patrono, hanno anche svolto un ruolo importante, di supporto alla Parrocchia San Nicola. Il Circolo, oltre a prendersi cura dei restauri dell’antica statua custodisce, gelosamente, gli ori del Santo, i paramenti sacri del simulacro, il pastorale in argento e tutti gli oggetti utilizzati nei giorni della festa ivi comprese le chiavi in argento della città che vengono consegnate dal sindaco in carica, sul sagrato della Chiesa Madre, prima della processione del 6 dicembre. Nella stessa circostanza il presidente in carica del Circolo e il Vescovo consegnano al Santo rispettivamente la croce e l’anello in oro.

Attualmente il Circolo è guidato da Michele Modesto. Prima di lui hanno svolto funzioni di presidente Roberto Schipa, Michele Micelli, Giuseppe De Filippis. Antonio Rampino, Pantaleo Andriani ed altri.

Visita a San Nicola a BariIl 23 novembre del 2013, presenti gli “squinzanesi” Don Nicola Macculi (Parroco di San Nicola), Roberto Schipa (presidente del Circolo Pro Feste San Nicola con il vicepresidente Francesca Palma ed il Procuratore Michele Modesto), accompagnati dal vicesindaco Andrea Pulii – in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale -, ufficializzarono a Bari uno storico gemellaggio con la Pontificia Basilica di San Nicola. Per i “baresi” erano presenti Padre Lorenzo Lorusso, Priore della Basilica, Padre Gerardo Cioffari, uno dei massimi storici nicolaiani a livello mondiale, e Vito Lisco, presidente dell’Associazione “I Figuranti di San Nicola” Lo scopo era, così come tenne a precisare Padre Lorusso, di “prendere l’impegno, nel nome di San Nicola, a continuare insieme l’opera di cammino, che il Santo di Myra ci ha insegnato, nel segno dell’ecumenismo”. Nella circostanza, furono programmate tutte le iniziative utili per mettere in atto “l’accordo”; talune iniziative presero il via nella stessa giornata, grazie alle quali, a Squinzano, 12 giorni dopo (5 dicembre 2013), 250 figuranti baresi misero in scena, insieme ad altri figuranti squinzanesi, per la prima volta fuori dalle mura baresi, la “storica rievocazione della Traslazione delle Ossa di San Nicola, avvenuta l’8 maggio del 1087. Il Primo Corteo Storico di San Nicola, con la regia di Marco Antonio Romano, le coreografie di Deborah Guglielmi, sfilò per le vie di Squinzano, tra la meraviglia e l’emozione degli Squinzanesi, poco abituati a vedere tanti figuranti, in abiti d’epoca, molti dei quali realizzati dalla costumista Francesca Palma coadiuvata dalla sarta Antonella Greco e altri concessi dalla Compagnia barese

“Forme di terre”, sfilare al seguito della caravella: “I Marinai della Traslazione”, dell’Associazione barese presieduta da Giuseppe Lavopa con le fiaccole accese, insieme ai Figuranti di San Nicola” di Bari, i mangiafuoco, i popolani, i soldati normanni e i nobili festeggiavano  l’arrivo delle ossa del Santo, divenuto simbolo di unione e carità tra i popoli, che, da secoli, “protegge” la nostra comunità. 

Sacra Manna Pura

Alla manifestazione presero parte anche il Gruppo di Sbandieratori del Rione Castello di Carovigno, i cavalieri del Centro Ippico “La Nunziatella” di Squinzano, il Gruppo dei Falconieri del Vulture – Melfi. “La caravella” fu realizzata dagli artigiani squinzanesi Franco Schiavone, Francesco Pagano, Roberto Lamarina, Emanuele Lamarina e Mirko Lamarina.

Durante quella storica giornata del 23 novembre 2013, a suggello dell’accordo, Padre Lorusso consegnò agli Squinzanesi un’ampolla in vetro riccamente decorata, opera degli artisti di Bari Vecchia, munita del sigillo della Basilica, corredata da un attestato di autenticità, contenente la “Sacra Manna Pura”, prelevata dalla tomba del Santo, ove riposano le ossa del taumaturgo Nicola Vescovo di Myra.

Anche a Squinzano, il 6 dicembre, dopo la solenne Celebrazione Eucaristica in onore del Santo, i fedeli vengono unti dai sacerdoti con la “sacra manna”, fatta arrivare in Chiesa Madre, qualche giorno prima della ricorrenza del Patrono, e rinnovano il rito del “Bacio della Reliquia”.

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