Il secondo altare della navata sinistra della chiesa, dedicato a San Francesco d’Assisi, fu, dapprima dedicato alle Anime Sante del Purgatorio. Fu eretto da Giovan Battista Bianco, alla cui famiglia era riservata una sepoltura, dotato dallo stesso, per testamento rogato dal notaio Romano Manca. Al centro dell’altare è collocato un dipinto su tela (cm. 289 x 175), raffigurante San Francesco d’Assisi, opera autografa del pittore gallipolino Gian Domenico Catalano.
Due iscrizioni (F. 1613 – R. 1785) si riferiscono, (F cioè fatto) all’anno di realizzazione dell’opera e (R cioè restaurato) all’anno del restauro. Nel 1785, infatti la tela, probabilmente a causa del deterioramento subito a seguito di un modesto incendio, avvenuto nella chiesa, nel 1714, venne restaurata con dei rifacimenti e delle decurtazioni sui lati e nella parte superiore ove erano riprodotte alcune scene riguardanti il Santo. San Francesco è raffigurato al centro dell’opera, in piedi, su una nuvola, leggermente ricurvo, mentre porge il cordiglio del saio alle anime purganti, raffigurate a torso nudo e invocanti la salvezza dal fuoco infernale. In alto, ai lati, su delle nuvole, due angeli recano le simboliche corone.
L’altare è arricchito da due statue poste nelle nicchie laterali. In quella destra è collocata la statua di Santa Teresa di Gesù Bambino. L’opera (cm. 150 x 55 x 59), commissionata da Iolanda De Castro vedova Papa (come risulta da una targhetta posta alla base della statua), fu realizzata da autore ignoto, nella prima metà del ‘900, con la tecnica della cartapesta gessata e dipinta. La Santa è vestita con l’abito monacale delle Carmelitane e regge tra le mani il Crocifisso con sandali ai piedi.
Nella nicchia sinistra è collocata la statua di San Francesco da Paola (cm. 170 x 60 x 65), realizzata dall’artista salentino Raffaele Caretta, nella prima metà del XX secolo, in cartapesta gessata e dipinta. Il Santo è raffigurato con il volto incorniciato da una lunga candida barba, la testa coperta da un ampio copricapo, mentre si appoggia ad un bastone. Indossa l’abito dei Paolotti con l’emblema della Charitas sul petto.
Negli ovali ai due lati della parte superiore dell’altare, sopra le nicchie, nel 1999, furono collocati due dipinti del maestro leccese Auro Salvaneschi, raffiguranti rispettivamente San Vincenzo Ferrer, a destra e la Madonna di Lourdes, a sinistra, donati dallo squinzanese Saverio Paticchio.
San Vincenzo Ferrer è raffigurato dall’aspetto piuttosto giovane, in piedi mentre impugna con la mano sinistra un Crocifisso e rivolge la destra in alto indicando la Gloria Celeste. Sulle spalle risaltano le ali di Angelo dell’Apocalisse. Ai suoi piedi un angioletto regge il libro della Bibbia aperto al versetto di Ap 14,7 “TIMETE DEUM” (Temete Dio e dategli onore ecc.). Nel secondo ovale è raffigurata la Vergine con lo sguardo rivolto in alto, vestita di bianco, con una cintura azzurra che le cinge la vita e un fiore giallo per piede nel luogo indicato da Bernadette (in ginocchio davanti alla Madonna con le mani giunte in preghiera) come teatro delle apparizioni avvenute a Lourdes nel 1858.
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